La sfida di Oscar di Montigny

La sfida di Oscar di Montigny

Nel periodo storico del “tutti contro tutti”, una voce fuori dal coro ci spinge ad essere grati

Parliamoci chiaro: mantenere la calma quando fuori c’è una tempesta nucleare non è affatto facile. Siamo bombardati da notizie orribili, ogni giorno, e chi s’impegna a non farsi scalfire da questo maremoto di negatività finisce spesso con l’affogare in un mare di insulti: “…negazionista! Incoscente!” ecc, ecc, ecc… 

Il nodo che non viene al pettine è che viviamo un’epoca di cambiamenti e stravolgimenti potentissimi, in cui siamo costretti (controvoglia) a quel cambio di punto di vista che si paventava già da tempo.

È difficile, quasi impossibile per alcuni, comprendere e mettere in atto (con calma) quello che Di Montigny teorizza nel suo ultimo libro, e cioè:

 

Abbiamo bisogno di creativi risolutori di problemi che pensino, sentano e agiscano in modo nuovo. Donne e uomini che non usino la loro intelligenza solo per arricchirsi ma anche per elevare l’umanità, guidando il mondo con mente imprenditoriale, cuore sociale e anima ecologica. Abbiamo bisogno di innovatori consapevoli: veri e propri generatori di gratitudine. Il cambiamento climatico incombe, la democrazia trema, la vita collettiva e il mercato cambiano più rapidamente della nostra capacità di adattamento. In questi tempi di vertiginosa innovazione tecnologica abbiamo trascurato di occuparci dell’orientamento da imprimere alle nostre azioni.”

Noi ci crediamo nella teoria di di Montigny! Non rimaniamo immobili, non teniamo gli occhi chiusi rispetto a quanto sta accadendo.

“Se ce ne restiamo ben lontani dai pensieri distruttivi che non farebbero nient’altro che trasportare nel nostro futuro emozioni angoscianti, ma ci proiettiamo in una dimensione costruttiva, creativa, quindi luminosa, abbiamo l’occasione di creare una nuova architettura di pensiero, proattiva verso il nuovo. Insomma, è adesso che occorre scegliere se apparterremo a coloro il cui racconto ai nipoti sarà quello di un vinto o di un vincitore.”

Essere o non essere? Questo è il problema

 

La sfumatura di queste parole, che a mio avviso non tutti colgono, è che da nessuna parte l’autore parla di “negazione dei sentimenti”. Il messaggio non è affatto quello di negare che la Pandemia mondiale ci ha messo angoscia, crisi, allarme… ma semplicemente di riconoscere che è umanamente impossibile dare peso esclusivamente alle preoccupazioni e alle angosce, tappando la creatività e i sentimenti positivi di speranza.

Non è reale, non è realistico ed anzi è assolutamente controproducente specialmente se si è a capo di una realtà aziendale, dedicare 24 ore al giorno all’ansia e alla preoccupazione.

 

Questo è il tempo giusto per dimostrare chi possiamo essere. Uscendo dalle nostre dimore, in questi e nei prossimi giorni, ci ricongiungeremo con i nostri cari ma incontreremo anche i nostri vicini. Come li tratteremo?  Con quali occhi li guarderemo? Li vedremo come nemici oppure come amici? Cioè sceglieremo di comportarci da primitivi difendendoci dall’altro o peggio aggredendolo per farne una preda, per derubarlo anche del pane e perseverando nel comportamento egoisticamente ripiegato su noi stessi oppure sceglieremo di imparare la lezione?”

Per questo motivo è bene fare i conti con il rovescio della medaglia: il nostro potere, il nostro essere ciascuno una persona speciale e capace di azioni strepitose, “Nuovi Eroi” li chiama l’autore.
Ed è proprio a chi avrà il coraggio di voler essere tra i Nuovi Eroi che è dedicato il prossimo appuntamento di “Metti una sera a cena” (già sold out), il 17 novembre,  in cui ospiteremo proprio Di Montigny che ci farà luce su “GRATITUDINE E INNOVABILITY: la persona al centro e l’innovazione al servizio della sostenibilità, per un nuovo modello di società”.

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